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Cinzia Mammoliti: il manipolatore affettivo come riconoscerlo e neutralizzarlo
- Marzo 21, 2014
- Pubblicato da: Gestore Roma
- Categoria: Blog Contaminazioni romane Eventi Roma
Cinzia Mammoliti presenta il suo nuovo libro alla UET Roma
Criminologa, esperta di formazione, scrittrice e, soprattutto per noi, docente ed amica della UET. Cinzia Mammoliti è in libreria con il suo secondo libro: “Il manipolatore affettivo e le sue maschere: l’identikit dei dieci manipolatori relazionali più pericolosi e come neutralizzarli” ed.Sonda.
A meno di due anni dall’uscita del suo primo libro “I serial killer dell’anima”, ha pubblicato un nuovo lavoro.
Un vero e proprio manuale per riconoscere ed identificare dieci “maschere”, dietro alle quali si nascondono dieci tipologie di manipolatori relazionali.
Il volume, però, non si limita alla classificazione. “Il manipolatore affettivo e le sue maschere” offre anche dei consigli e degli spunti per riconoscere i manipolatori e quindi prevenire la violenza sulle donne.
Ed è proprio sull’importanza della prevenzione che Cinzia Mammoliti punta il suo lavoro.
Da anni si impegna a portare in giro per l’Italia un progetto di sensibilizzazione sulla violenza di genere, attraverso la progettazione di percorsi formativi e la partecipazione a convegni conferenze, seminari e workshop.
Dieci storie, dieci racconti di donne diverse
Il libro è strutturato in dieci storie, dieci racconti di donne diverse, tutte vittime dei propri uomini. Qual è l’identikit della vittima dei manipolatori seriali?
Chiunque purtroppo può cadere in balia di un manipolatore seriale. Non c’è età, livello culturale o sociale che salvaguardi da questi soggetti. Le donne più predisposte sono quelle che si caratterizzano per una sorta di purezza o ingenuità che le porta a non vedere il male gratuito. Le donne che credono nell’amore a tutti i costi e che hanno un profondo desiderio di appartenenza.
Lei identifica ed analizza dieci “maschere” del manipolatore affettivo. Quanto può essere importante riconoscerle?
Riconoscere aiuta a prevenire i danni certi che derivano puntualmente da una relazione con questi soggetti estremamente pericolosi perché anaffettivi ed egoriferiti. Per ogni maschera identificata indico i relativi campanelli d’allarme troppo spesso deliberatamente ignorati dalle donne. Vogliono una storia a tutti i costi e non conoscono i propri limiti di tolleranza in una relazione.
Approfondimenti sul libro
Nel suo libro ci parla della “vittimizzazione secondaria”, di cosa si tratta?
Si tratta di quel fenomeno che rende le vittime tali per una seconda volta dopo l’abuso subito, a causa delle modalità con cui spesso vengono trattate dalle strutture e dagli organismi che dovrebbero essere preposti alla loro tutela: Forze dell’ ordine e operatori del sistema giudiziario, sanitario e sociale spesso non adeguatamente preparati per fornire un effettivo aiuto.
A questo proposito individua, alla fine del libro, una serie di indicatori di possibile violenza psicologica nella vittima per aiutare gli operatori del settore a comprendere i segnali che dovrebbero fare allertare. Di che si tratta?
La prova della violenza psicologica è sempre difficile perché non lascia segni tangibili ma lacera dentro e sappiamo bene che senza prove concrete nel nostro ordinamento non si può procedere contro il reo. Attraverso la lettura della comunicazione non verbale e una serie di indicatori emotivi, cognitivi e comportamentali si può capire molto di quel che ha vissuto davvero una persona abusata.
La motivazione dietro il libro
Cosa l’ha spinta a scrivere di questi argomenti?
Un profondo senso della giustizia e il relativo desiderio di far venire allo scoperto la tipologia di criminale maggiormente diffusa. Purtroppo viene spesso occultata e protetta da un sistema che ha fatto della prepotenza, del narcisismo e dell’arroganza i propri valore cardine.
Per me questi son sempre stati e resteranno sempre disvalori, quindi ho deciso di denunciarli pubblicamente e, dato il seguito che i mie scritti stanno avendo, credo di aver dato risposta a un’esigenza collettiva.
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