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Il Velo Azzurro – Gli occhi di un mondo nascosto
- Ottobre 16, 2010
- Pubblicato da: Gestore Roma
- Categoria: Blog Contaminazioni romane Eventi Roma
Dopo il successo della mostra Eclissi di Marco Appugliese, la UET (Scuola Universitaria Europea per il Turismo), propone nella sua sede di Roma, un secondo appuntamento con l’arte. La mostra fotografica Il Velo Azzurro di Francesca Nuzzo è una raccolta di ventisette fotografie. Le ha scelte dall’autrice per proporci alcuni aspetti di un paese, così lontano e diverso dal nostro. Che, per le drammatiche vicissitudini degli ultimi anni, è di colpo venuto alla ribalta del mondo occidentale: l’Afghanistan.
A partire dal 9 settembre, fino al 9 novembre, sarà possibile scoprire il velo di questo popolo. E guardarlo con gli occhi di Francesca Nuzzo.
La Mostra e la sua Autrice
I primi lavori fotografici di Francesca Nuzzo risalgono al 2006. Si è avvicinata al mondo dell’immagine utilizzando la tecnologia digitale. Appassionata di viaggi ed attratta da mete lontane, ha fatto della macchina fotografica lo strumento principale per documentare i suoi itinerari. Marocco, Namibia, Australia,Tasmania, Madagascar, Cile, Argentina e Stati Uniti.
Diplomatasi giovanissima in ostetricia, ha avuto modo di visitare luoghi al di fuori dei circuiti turistici per esercitare la propria professione.
Nel settembre del 2009 è partita per l’Afghanistan dove è rimasta per sei mesi nella valle del Panjshir. Stando a stretto contatto con le donne e i bambini del posto.
Durante la sua permanenza nella valle, tra mille difficoltà e la diffidenza dei locali, ha realizzato, lavorando spesso di nascosto, oltre mille immagini di quella gente e di quei luoghi.
Il Velo Azzurro è una raccolta di ventisette fotografie, montate su pannelli di forex, scelte dall’autrice per proporci alcuni aspetti di un paese che, per le drammatiche vicissitudini degli ultimi anni, è di colpo venuto alla ribalta del mondo occidentale.
Tre donne con il Velo Azzurro
Nella prima immagine esposta, tre donne indossano il burka azzurro. Il velo a cui l’autrice si riferisce non è quello che cela i volti delle donne. Bensì quello che mantiene segreta una realtà a noi solo in parte conosciuta. Nascondendo soprattutto le difficoltà di vivere di un popolo che si è trovato protagonista di una storia drammatica.
Le immagini realizzate da Francesca Nuzzo non sono solo fotografie scattate asetticamente da chi, dall’esterno, voglia documentare un paese, l’Afghanistan, e la sua gente. Ma sono immagini realizzate da chi, per diversi mesi, ha vissuto in quei luoghi. A contatto con donne e bambini costretti in un contesto di sottomissione e povertà non sempre comprensibile per noi occidentali.
I paesaggi e la vita lontano da Kabul
Le immagini non descrivono la tragedia delle guerre e dei contrasti interni ed internazionali che hanno per anni insanguinato il Paese. E che ancora oggi sono causa di tensione e distruzione.
Le fotografie esposte documentano, piuttosto, i paesaggi e la vita lontano da Kabul e dalle grandi città.
Ci riportano in un mondo apparentemente incontaminato con immensi scenari deserti. In cui l’uomo appare come una creatura indifesa tra le immense montagne che fanno da cornice.
Molte donne si aggirano per le strade afghane come coloratissimi “fantasmi” avvolte nei loro burka azzurri.
Volti ed espressioni naturali
L’autrice, sfruttando la sua sensibilità, ha voluto oltrepassare questa barriera avvicinandosi di più alla gente.
Ecco allora svelato il volto di una donna, sorridente o preoccupata, il viso dolce di un bambino o la faccia austera di un uomo.
Le espressioni delle persone ritratte sono sempre naturali. Mai in posa. Perché gli scatti sono stati fatti quasi sempre di nascosto o di sorpresa. Perchè queste popolazioni, estremamente riservate, non amano farsi fotografare.
Soffermiamoci dunque non sulla tecnica, seppur estremamente valida, ma sul contenuto delle immagini che Francesca Nuzzo ha voluto proporci.
Facendoci partecipi di un’esperienza vissuta e soprattutto offrendoci molti spunti di riflessione.
Quando visitare la mostra
Dal 9 settembre al 9 novembre 2010
Via Crescenzio 43, Roma (sede UET)
lunedì – sabato dalle ore 10.00 alle ore 18.00
Sarà possibile visitare la mostra in giorni e orari differenti dietro prenotazione.
info: 06.68805845 – 06.6832308
Il Velo Azzurro on A Cup of Brain
1 commento
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Ho visto la mostra e sono rimasta davvero molto colpita dall’umanità che traspare dagli scatti.