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Piccolo viaggio multiculturale nella Città Eterna
- Gennaio 23, 2015
- Pubblicato da: Gestore Roma
- Categoria: Blog Parola agli studenti
di Federica Spezzacatena
Piccolo viaggio multiculturale nella Città Eterna
Piccolo viaggio multiculturale nella Città Eterna. Il suono della campana del tempio buddista, l’odore di curcuma intenso e speziato, i colori sgargianti del mercato orientale e gli sguardi delle persone provenienti da Paesi lontani.
Era questa la suggestiva atmosfera sensoriale che aleggiava tra le aspettative dei ragazzi del TPST (Tecnico Polivalente Superiore del Turismo) di Roma alla notizia della prima uscita con la professoressa Marzolini, docente di storia delle civiltà e comunicazione multiculturale. Si sa, una nuova scoperta porta sempre con sè euforia, fremiti, stimoli, attese e quel tanto di fiato sospeso in gola che i nuovi sentieri promettono sempre. Anche se percorsi fra le strade di casa propria.
Il Rione Esquilino e la Basilica di Santa Maria Maggiore
C’è un luogo a Roma che si mostra non solo per la bellezza intrinseca, ma per la capacità di evocare proprio i colori, i volti, gli odori e le tradizioni di alcuni popoli e Paesi: il rione Esquilino. La Basilica di Santa Maria Maggiore con la sua navata decorata da mosaici e il suo ricco soffitto intagliato con foglie d’oro fa da apripista alla nostra visita. Sorge proprio sulle sommità del colle ed è una tra le quattro basiliche patriarcali di Roma.
L’entusiasmo e la voglia di stupirci ci conduce poi a Piazza Vittorio, cuore del quartiere Esquilino. La piazza più grande di Roma porticata secondo la moda piemontese e sede fin dagli anni ’60 di una piccola comunità cinese, pian piano allargatasi in dimensione e mescolanza etnica. Una sorta di crocevia di fedi e popoli, una piazza che accoglie figli di commercianti cinesi e uomini di fede islamica. Talvolta in un contesto di tumultuosa evoluzione politica e spirituale nella costante ricerca di equilibrio. In un luogo tanto variopinto ed animato non poteva non percepirsi anche una sensazione di mistero e magia quando ci accingiamo ad ammirare la Porta Alchemica. Un monumento ricco di simboli che la leggenda vuole sia legato alla ricerca della pietra filosofale da parte dell’alchimista Borri.
Il teatro Ambra Jovinelli e il mercato orientale
Voltate le spalle alla dimensione esoterica della porta magica riscopriamo invece lo stile liberty del teatro Ambra Jovinelli. Testimone dei più significativi mutamenti storici, culturali e politici del nostro Paese. Dalle esibizioni di Totò in Siamo uomini o caporali? alle pesanti restrizioni fasciste sulla satira politica, fino al suo incendio e alla sua ricostruzione e riapertura nel 2011. Ma lo sguardo al mondo che affonda le proprie radici in quel senso del viaggio intenso nella sostanza eppur leggero e rispettoso nei modi, che ci avvicina con animo accogliente e curioso alla scoperta, è il mercato orientale. L’odore delle spezie, le infinite varietà di riso e i tanti tipi di frutta, dal tamarindo all’ampalaya, dalla zucchina thailandese all’ojuco, evocano mondi lontani.
La smorfia di fastidio di un bengalese davanti la macchina fotografica. Il sorriso e la disponibilità di un altro invece nel raccontare l’origine delle proprie verdure. Il volto truccato in modo vistoso di una giovane iraniana che racconta per un’altra storia, quella di un Iran moderno che cuce labbra e lingua invano, perchè gli sguardi son già tutti avanti, ben oltre le frontiere imposte dal regime. Il mercato orientale può disorientare. Come ogni luogo che nasconde segreti tra vicoli, bancarelle, in mezzo agli odori di polveri speziate dall’aroma fortissimo.
Una città contemporanea ricca di opportunità
La migliore immagine della comunità di oggi abbiamo scoperto esser dunque proprio la città contemporanea. Luogo di mescolanze, gioco di innesti e mercato incessante di opportunità. Con i suoi luoghi aperti e sbarrati, la città è la metafora migliore per descrivere le contraddizioni, le ambivalenze ma anche la grande ricchezza delle tante comunità. Si conclude così questo piccolo viaggio nella città eterna.
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