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Avventura in Cambogia
- Agosto 1, 2019
- Pubblicato da: Gestore Roma
- Categoria: Blog Racconti di viaggio
di Giulio Contaldi
Avventura in Cambogia: un mondo sospeso tra storia, natura e spiritualità
L’arrivo a Siem Reap
Dopo un estasiante viaggio in lungo e in largo per la Thailandia eccomi approdare alla dogana della Cambogia. Perplesso ed emozionato sbrigo non senza qualche difficoltà le pratiche burocratiche doganali. Informato a Bangkok da uno dei tanti viaggiatori esperti che solcano il confine, porto con me 35 dollari cash per effettuare il pagamento del visto. Come ogni paese del Sud est asiatico che si rispetti, la barriera linguistica non è indifferente. Però con un po’ di spigliatezza e “paraculaggine” all’italiana, in questo paese si ha l’impressione di saper comunicare con chiunque, grazie alla disponibilità e alla curiosità di un popolo meraviglioso e attento a rendere il soggiorno indimenticabile. Arrivato in Hotel a Siem Reap mi rendo conto che le comodità thailandesi sono solo un vago ricordo. Il livello di vivibilità è ai minimi. Sconsiglio agli stomaci deboli, ma anche affamati, di recarsi in una località del genere. Vi dico quello che ho pensato io in quel momento: “Perfetto, ora sono finalmente nel vero terzo mondo, scordiamoci di tutte le comodità del mondo globalizzato e sopravviviamo a questa avventura. Dajeeeeee”.
In viaggio con pochi dollari!
Il caldo ad aprile è soffocante, siamo ai massimi prima del periodo delle piogge. Il che rende tutto il paesaggio più arido. Di sicuro non l’animo dei Cambogiani. Comincio a scoprire un popolo dapprima riservato e schivo, ma che scorgendolo meglio negli occhi rivela una malcelata malinconia, per le tragedie subite, mista a una carica impressionante di far rinascere il proprio paese dalle macerie. Premetto che ero arrivato con pochi soldi contanti, una carta di credito italiana scaduta il mese prima (mannaggia a me!) una carta di debito e una bella denuncia di smarrimento della mia credit card australiana risucchiata da un bancomat di Ayutthaya in Thailandia il venerdì alle 19, prima di partire la domenica per un altro paese. Mettici che in Cambogia il capodanno lo festeggiano ad aprile e per 3 giorni di fila è chiuso tutto ciò che non sia un negozio di cibo e vestiti e il gioco è fatto. Con i pochi soldi che mi restano, mi dirigo a comprare il biglietto valido per 3 giorni del parco archeologico più vasto al mondo: Angkor.
Viaggio mistico ad Angkor
Dopodiché recluto Kosal, un fidato guidatore di Tuk Tuk consigliatomi da un mio amico che mi accompagnerà per tutto il tour e non solo! Con una filosofia tipicamente romana di rimandare il problema dei soldi al giorno dopo, convinto che la provvidenza mi dia sempre una mano, mi dirigo con Kosal verso il parco. Le strade neanche ve le racconto. Sterrati lunghi chilometri, ma quello che dopo la fatica vi riserverà la strada è da mozzafiato. Una jungla fittissima con rovine in ogni angolo, templi ovunque, piramidi di ogni tipo, scorci naturali di rami incastrati tra un edificio e l’altro. Vorrei raccontarvi nel dettaglio ogni singolo luogo, ma al di là dei nomi molto complicati, bisognerebbe aprire un capitolo lungo pagine e pagine. Vi dico solo che l’impatto di vedere un tramonto rosso come il fuoco adornato da uno sfondo del genere fa venire voglia di piangere. Trattengo le lacrime (almeno fino all’alba del giorno dopo, davanti a quello spettacolo è stato impossibile).
Fuga dall’albergo!
Diciamo che tutta la giornata è stata incentrata nello scovare templi di media e piccola importanza al fine di concentrarmi il giorno dopo sui maggiori, ma comunque è stata molto piena e mi ha introdotto completamente nella realtà locale. Tornato all’albergo sempre col tuk tuk di Kosal mi tocca risolvere la grana riguardante la grana. Come campo senza soldi? Come mangio? Ma soprattutto come pago l’albergo? Risposte semplici: non posso ritirare soldi perché la carta di debito non funziona, non mangio e naturalmente non pago l’albergo che mi aveva fatto la cortesia di saldare a fine soggiorno. L’unica via è rientrare di soppiatto, scappare dalla finestra con lo zainone sulle spalle (scena tragicomica) e cercare un altro albergo con cui fare lo stesso trucco.
L’alba dietro il tempio Angkor Wat e la scalata della piramide
In qualche modo passo la notte e mi sveglio alle 4.30 per andare a vedere l’alba che sorge dietro al tempio principale Angkor Wat. Emozione incredibile. Forse uno dei giorni più belli della mia vita. Anche uno dei più stancanti. La giornata è stata un susseguirsi di templi e scoperte, salendo su e giù tra una scalinata e una piramide, tra un altare e una statua. Vi devo confessare che una delle attività che mi piace di più in viaggio è scalare piramidi. Ne ho fatta una bella collezione a tutte le latitudini. Devo dire che sono diventato anche particolarmente bravo, perché all’ennesima scalinata mi sono ritrovato a fare a gara con un bambino di 12 anni indiano che prova a battermi in agilità salendo i gradoni. Non sapeva la tecnica di salire a zig zag. Incredibilmente alla fine l’ho battuto. Tutta esperienza per lui, tutto sudore per me.
A pranzo con Kosal, una guida esperta e timida
Ora sono cotto. Non mollo e mi incontro al punto di ritrovo con Kosal che mi sta scarrozzando con maestria tra un tempio e l’altro in mezzo al traffico delle celebrazioni per il capodanno che si svolgono tra i santuari. È veramente bravo e decido di fermarmi a pranzo in una specie di ristorantino street food. Penso che sia l’ora di cominciare a socializzare con lui. Per capire come ragionano i cambogiani. Ero molto incuriosito perché si manteneva sempre molto schivo. Era timido proprio come tutti gli altri, ma poi ho capito dai suoi racconti che non aveva molta fiducia negli occidentali. Non per colpa nostra, ma per via di quello che la vecchia dittatura di Pol Pot aveva inculcato nelle loro teste. Era solo diffidenza e paura di aprirsi e non finire nei guai. All’inizio neanche voleva mangiare con me, ma l’ho praticamente forzato con il sorriso. Mi ha raccontato che non sempre mangia con noi clienti perchè nessuno lo invita. Incredibile pensai. In qualche modo gli ho fatto capire che dove si mangia in 10 si può mangiare anche in 11 o 12. Valeva così anche per lui e la sua cultura. Figurarsi da solo. È stato un bello scambio culturale. Questa avventura in Cambogia mi sta insegnando tanto.
Continua l’esplorazione del parco archelogico
Gli ho raccontato la mia storia, che ero a secco di soldi e mi ha definitivamente confermato che le banche non avrebbero riaperto prima di dopodomani. Dovevo aspettare fino a quel giorno che riaprissero e giustamente mi ha consigliato di utilizzare la Western Union per farmi inviare il cash necessario per andare avanti i giorni restanti fino ad arrivare in Vietnam, dove avrebbe finalmente funzionato l’altra mia carta. Ad ogni modo continuo il viaggio nel parco archeologico tra una camminata e l’altra. Cerco di perdermi il più possibile dai soliti sentieri battuti da tutti.
Un’altra storia da raccontare…
Dopo qualche deviazione istintiva alla ricerca di non so cosa, finisco alla base di un altro tempio. Qui mi fermo a osservare un ragazzo dall’aria tipicamente occidentale e un signore cambogiano intenti ad allenarsi in un arte marziale tradizionale del luogo. Dopo 20 minuti che li osservavo, ci scambio due chiacchiere. Il ragazzo era francese ed era lì da un anno per allenarsi in questa arte marziale proibita in Europa che avrebbe come fine l’uccisione dell’avversario tramite soffocamento. Ennesima rivisitazione di vecchie tecniche utilizzate in chiave moderna per scopi di sicuro non nobili. Non concordo e me ne vado con un sorriso e un’altra storia da raccontare.
Riflessioni della giornata
La giornata sta quasi finendo e tra un incontro e l’altro trovo spazio per delle riflessioni. Innanzitutto è fantastico vedere come la natura si riappropria di ogni cosa fagocitando tutto ciò che l’uomo ha faticosamente creato. Le porto rispetto. La osservo nella sua bellezza. Respiro un po’ d’aria leggermente più fresca rispetto al pomeriggio e volgo con Kosal verso “casa”, riflettendo sul significato importante che ha la storia per un paese. L’identità arriva dalla memoria e pensare che un posto come Angkor è stato dimenticato dai cambogiani moderni per essere riscoperto nella jungla 300 anni dopo da un occidentale aumenta in me il mistero per questa civiltà capace di costruire tali meraviglie. Sono luoghi sacri veramente magnifici e imponenti, carichi di significato. L’energia che trasmettono è quasi senza pari. Sembra un polo di concentrazione di spiritualità anche per i meno religiosi come me. Si respira una tranquillità disarmante senza motivi apparenti. Come se inconsciamente ti stai ricongiungendo a qualcosa di superiore. Non so spiegarmi bene questa sensazione, ma chiunque è stato là la prova. Quello che ti resta è un’appagatezza impareggiabile, come se avessi fatto qualcosa di straordinaria importanza nella tua vita che ti rigenera e ti fa vedere il mondo sotto un’altra lente.
La situazione economica è ancora da risolvere…
I nodi stanno venendo al pettine. Non ho ancora risolto la situazione economica e a quanto pare questo capodanno in aprile non finisce mai. Ho conosciuto al mio alloggio un altro ragazzo calabrese con cui condividere la serata. Tra un racconto e l’altro gli spiego la mia situazione, mi offre un aiuto momentaneo e gli do l’appuntamento all’indomani. Il giorno dopo provo a trovare una soluzione per poter quanto meno mangiare in modo sano e prenotare una notte da qualche parte. A quanto pare dovrò aspettare ancora qualche giorno prima che la situazione si normalizzi. Infatti non c’è una Western Union aperta o un’altra qualsiasi soluzione apparente. La mossa geniale arriva quando mi chiama Kosal. Ero rimasto che ci saremmo visti anche quel giorno per farmi portare in giro di nuovo ad Angkor a visitare delle altre rovine che erano rimaste.
Kosal trova una soluzione geniale!
Avevo preso un impegno con lui, convinto di risolvere il problema la mattina e sono stato costretto a dirgli che non potevo più. Era dispiaciuto e mi ha offerto una soluzione geniale pur di non buttare una giornata di lavoro per colpa mia. Sapeva che avevo un Ipad. L’unico oggetto di valore con me. Mi ha fatto capire che era interessato. Voleva comprarlo a un prezzo ridicolo. A mali estremi avrei accettato, ma ho pensato bene di impegnarlo più che venderlo. Duecento dollari cash subito. La promessa era che lui si sarebbe tenuto l’Ipad per il giorno stesso e l’indomani, consentendomi di andare con lui in giro gratis e se io avessi risolto la situazione gli avrei restituito i soldi con degli interessi, che neanche è stato a calcolare talmente è stato gentile.
A cena con la famiglia di Kosal, tra un sorriso e l’altro ci siamo intesi
Avvenuto lo scambio, continuo le mie giornate tra un tempio e l’altro e la sera saldo parte dei miei debiti con mezza città. Naturalmente scarrozzato dal fido Kosal che faceva custodire gelosamente dalla sua famiglia l’Ipad. Non avevo certezze che lui sparisse prima o poi, ma resosi conto della mia preoccupazione mi ha incredibilmente invitato a casa sua con la sua famiglia per cena. Con qualche riserbo ho accettato e mi hai introdotto in casa sua con i suoi 4 figli e sua moglie. È stata un esperienza incredibile di solidarietà e conoscenza. Anche se solo per un paio d’ore ho avuto modo di assaporare tanta cultura cambogiana che non avrei mai potuto capire senza questa disavventura. Ve lo dico , meglio assaporare la cultura che il cibo, ci tengo a sottolinearlo . In questo caso aveva tutto un altro significato che il mero gusto. Sapevo che avrei raccontato questa storia per sempre. La famiglia era molto timida e non capiva, ma tra un sorriso e l’altro ci siamo intesi.
Un luogo ancora puro, ai confini della realtà
Il giorno successivo è stato più riposante. Ho avuto modo di conoscere nuove persone da tutti i continenti, ma tutte quante accomunate dalla stessa sensazione di estasi nell’aver visto e vissuto un posto del genere, ai confini della realtà per un occidentale. La globalizzazione va aumentando, ma per fortuna sono riuscito a visitare un luogo ancora puro. In tutto ciò ho ancora il mio Ipad che mi è stato prontamente restituito per 200 dollari il giorno della mia partenza per Phnom Pehn, la capitale della Cambogia. La quale meriterebbe un altro lungo capitolo, probabilmente meno emozionante, ma sicuramente più profondo.
Non resterete delusi da un luogo del genere
L’avventura in Cambogia continua, il paese è meraviglioso, ma le atrocità che il suo popolo ha dovuto subire sono rimaste come cicatrici sulla pelle. Davanti a tanta povertà i pensieri scorrono veloci, vorresti provare ad aiutarli uno ad uno. Io nel mio piccolo, ho lasciato 80 dollari in più per il mio Ipad a Kosal, che mi sembrava un brav’uomo, se non altro stava dando un’istruzione ai figli. Penso e spero siano stati spesi nel modo giusto per loro. Ad ogni modo vorrei continuare a raccontare qualcosa di più in maniera dettagliata del luogo, ma secondo me è indescrivibile. Io ho provato a raccontarvi la mia storia. Potreste essere più fortunati di me, come anche più disorganizzati. Quel che è sicuro è che non resterete mai delusi da un luogo del genere.
CONSIGLI PRATICI PER SOPRAVVIVERE IN CAMBOGIA:
- Controllate il meteo e il periodo migliore in cui andare. Il periodo delle piogge va da maggio a dicembre. Io sono stato ad aprile nel momento di siccità maggiore, quindi fa caldissimo e non si possono navigare laghi e fiumi. Sicuramente evitate le piogge, perchè il monsone è veramente forte in quell’area e vi rovinereste il soggiorno tra fango e black out elettrici.
- Portate sempre dollari con voi. Il loro soldo è la valuta principale, ma li scambiano volentieri con i dollari.
- Portate sempre acqua in abbondanza, ovunque.
- Adattatevi con il cibo. A me non piace il tanto di moda cibo orientale. Qualcosa da mangiare si trova sempre, ma qui la qualità è veramente bassa, non come in Thailandia o meglio ancora in Vietnam, dove penso che la verdura sia la migliore al mondo. L’aridità della zona non rende i prodotti a mio avviso completamente sani. Ad ogni modo a Siem Reap ce n’è per tutti i gusti.
- Viaggiate in autobus solo tra un citta e l’altra. È tutto molto meccanico. Non ci sono treni.
- Evitate luoghi non turistici come tutte le città del mondo, c’è ancora molta criminalità, non organizzata, ma affamata. Di per sé sono un popolo pacifico, ma la povertà li porta a delinquere in alcuni casi.
Avventura in Cambogia. Prenotate il primo aereo per Phnom Pen, non ve ne pentirete!
E comunque in viaggio provate tutto quello che potete. Ve ne ricorderete entusiasti, sia nel bene che nel male. Qui per disperazione sono riuscito a mangiare scorpioni e ragni!
Altri consigli non ne ho e sinceramente sono il tipo che non ne vuole avere. Godetevi i viaggi organizzati da voi stessi, senza stare a guardare le foto dai social degli altri. Abbiate un minimo di progettualità e buttatevi sempre. Vi dico solo prenotate il primo aereo appena potete per la capitale Phnom Pen e non ve ne pentirete!
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