di Michela Bressi
Diario di viaggio di Michela Bressi – 4° post
Lo stage estivo
Una nuova struttura per lo stage estivo
Lo stage invernale si era concluso ed era già il momento di decidere cosa fare per il prossimo. Ho pensato che non avevo mai avuto modo di interfacciarmi con una delle mie passioni e spero un giorno il mio lavoro, sto parlando dell’organizzazione eventi. Sono ricominciati i colloqui individuali con la Dott.ssa De Marzo e data l’opportunità ho pensato di fare questa richiesta che è stata poi accettata.
Nel giro di poco tempo è stata trovata la struttura, sempre vicino casa, mancavano solo le presentazioni!
Verso la fine di aprile mi sono recata presso il Novotel Roma Eur per fare il colloquio, catena alberghiera a livello internazionale che si presenta in stile moderno.
Il colloquio e le prime impressioni
Quando sono entrata ho trovato davanti a me tre ragazzi alla reception, ho comunicato loro di essere lì per il colloquio come stagista e mi hanno invitata a sedere su una poltrona nell’attesa. Dopo cinque minuti si sono presentati la Direttrice e il Capo Ricevimento, nonché il mio tutor all’interno dell’hotel, ci siamo presentati e hanno iniziato a rivolgermi delle domande sulle esperienze avute precedentemente nel settore e anche domande su di me, per esempio cosa mi sarebbe piaciuto fare nella vita. Finito il colloquio, ci siamo salutati e sono tornata a casa.
Ero più sicura di me dato che non era passato molto tempo dal precedente colloquio, quindi ho avuto più autocontrollo, ma qualcosa della struttura non mi convinceva però ho cercato di non badarci troppo.
Un inizio turbolento
Finite le lezioni con i miei compagni abbiamo fatto un pranzo in un ristorantino vicino alla UET per brindare insieme la fine di questo primo anno e l’inizio dello stage estivo. Mancavano pochi giorni e avevo ancora un pensiero negativo che vagava nella mia testa, come se il mio sesto senso mi stesse dicendo di non andare, di non iniziare in quell’hotel e per questo ho contattato la scuola per parlarne. Dopo una lunga riflessione mi hanno detto che era normale avere qualche timore ed era giusto provare perché non si giudica un libro dalla copertina.
Il primo giorno non va come avevo immaginato…
Il giorno dell’inizio non è stato proprio come mi aspettavo, per cause personali sono partita dalla mia casa fuori Roma la mattina molto presto, ma improvvisamente i piani sono cambiati, ho fatto ritardo e per l’agitazione sono stata male fisicamente. Mi dispiaceva comunicare alla scuola che non sarei stata presente per il mio primo giorno, ma purtroppo non me la sentivo di presentarmi tardi e in quelle condizioni. Ho chiamato e mi hanno risposto di non preoccuparmi, sono cose che possono succedere e che lo avrebbero comunicato loro alla struttura senza problemi.
I giorni seguenti…
Il secondo giorno ero pronta per iniziare, anche se non mi sentivo ancora in forma. Il mio turno iniziava il pomeriggio alle ore 15.00 e quel giorno sono arrivata 15 minuti prima. Una ragazza molto simpatica e gentile che stava concludendo il turno della mattina si è mostrata da subito disponibile e mi ha spiegato i turni, mostrato delle camere sia standard che superior, la palestra, la sala meeting e molto altro. C’era anche un altro stagista in quel periodo, non tramite l’università, che mi ha aiutata nel mio primo/secondo giorno e a cui ho rivolto più domande, perché sembrava l’unica persona più disponibile nell’ascoltarmi, oltre la ragazza che ho citato prima.
Durante il turno pomeridiano
Il turno pomeridiano era iniziato e i miei due colleghi erano molto impegnati tanto che non mi hanno rivolto molto la parola per le prime due ore. Ho compreso il fatto che fossero occupati, ma in alcuni momenti sembrava mi avessero dimenticata, non è una piacevole sensazione. Poco dopo però hanno cominciato a farmi qualche domanda, per conoscerci un po’. Con la ragazza ho scoperto avere una piccola cosa in comune, mi ha raccontato di aver iniziato la sua formazione da receptionist, partendo da stagista come me, nella stessa struttura dove si è tenuto il mio stage precedente. Piano piano la tensione si è sciolta. Il tempo, dopo aver iniziato a chiacchierare sembrava comunque non avere fine, sono arrivata a fine turno un po’ amareggiata e molto stanca anche se non avevo fatto praticamente nulla, perché non era stato l’inizio che mi aspettavo, ma una domanda che mi era sorta abbastanza spontanea era: “perché nessuno mi ha parlato del settore eventi, ma solo di quello che avrei fatto in reception per tutta l’estate?”
Una decisione istintiva, ma secondo me giusta
Quando ho capito che il settore eventi era lontano, ho pensato che era giusto troncare la cosa da subito per non perdere tempo. Il giorno dopo ho deciso di andarmene, ne ho parlato con la mia famiglia e gli ho descritto le mie sensazioni. Ovviamente mi avevano consigliato di provare ancora per un po’. Ho richiamato la scuola che mi ha comunicato che se non mi stavo trovando bene avrei potuto lasciare senza alcun obbligo, ma che purtroppo non potevano trovarmi una nuova sistemazione in così poco tempo e quindi sarei rimasta ferma per tutta l’estate perdendo questa opportunità.
È stato solo un giorno e avrei dovuto aspettare almeno due settimane per vedere se la situazione poteva mutare, ma non ce l’ho fatta.
Vacanze sfiorate
Due giorni dopo sono tornata in hotel comunque per ringraziare la Direttrice e i ragazzi che ho conosciuto per avermi dato l’opportunità di far parte del loro team anche solo per un giorno. È stata una conversazione molto breve e fredda, mi sentivo anche poco gradita. Dalle parole che ci siamo scambiate quindi, senza perdere ulteriore tempo, la Direttrice mi ha salutata e sono uscita. Ho salutato gli altri e mi sono diretta verso la macchina con la sensazione che la mia scelta era stata forse la migliore degli ultimi tempi.
Una visita ai miei ex colleghi
Non mi restava altro che rifare il trasloco, ma prima di tornare a casa, ho deciso di passare a trovare i miei vecchi colleghi. Vederli mi ha fatto stare meglio durante quella giornata, perché anche se mi ero tolta un peso per aver lasciato, ero comunque un po’ giù perché avevo già organizzato le mie giornate con l’idea di dover passare tutta l’estate a Roma. La decisione però era stata presa e sarei tornata a casa per godermi quell’estate che era iniziata in modo inaspettato.
Ho raccontato agli ex colleghi la mia “avventura” troncata sul nascere ed erano dispiaciuti per come sono andate le cose. Però mi hanno anche detto che ho fatto bene, perché altrimenti non avrei vissuto l’esperienza come avrei dovuto e sarebbe stata una situazione scomoda. Sono passata nell’ufficio del Direttore, secondo me il migliore che si possa trovare e il Capo Ricevimento a cui ho ulteriormente spiegato la situazione. Dispiaciuti mi hanno chiesto cosa avrei fatto dopo questo accaduto, gli ho risposto che sarei tornata semplicemente a casa e mi sarei goduta la vacanza. Ci siamo salutati e mi hanno detto come sempre di passare a trovarli appena sarei capitata da quelle parti, poi ho preso le mie cose e sono tornata a casa dalla mia famiglia.
Una nuova opportunità da cogliere
Era passato un mese da quando avevo deciso di abbandonare e si stava avvicinando il mio compleanno, nel frattempo la Sim del mio cellulare aveva smesso di funzionare. Dopo qualche settimana riesco a riattivare la vecchia Sim e trovo una miriade di messaggi, tra cui tre molto importanti da parte del Direttore e del Capo Ricevimento del vecchio hotel. I messaggi dicevano di richiamare il prima possibile e allora, un po’ agitata, richiamo subito il Capo Ricevimento per sapere cosa avevano da dirmi.
E fu così che una ragazza che stava facendo lo stage ha deciso di lasciare e hanno pensato di prendere me per darmi l’opportunità di fare uno stage di 6 mesi, ben più lungo messo a confronto con i 3 mesi di stage tramite la scuola, dove avrei fatto un’esperienza a 360° in reception.
Lo so, di nuovo in reception e non nel settore eventi, uno dei motivi per cui avevo abbandonato l’ultimo stage, ma non so esattamente per quale motivo ho risposto di sì, senza pensarci troppo. Poi ho pensato che questo tempo mi avrebbe aiutata a maturare e fatto riflettere.
L’inizio di una nuova avventura
Non nego che è stato come un fulmine a ciel sereno e che mi abbia un po’ sconvolta in modo decisamente positivo, avrei lavorato in un ambiente ottimo e dove mi trovavo bene. Una settimana dopo il mio compleanno ho iniziato lo stage ed ero super emozionata. Supportata dalla mia famiglia, il mio ragazzo e i miei amici, ho affrontato questa esperienza nel modo più positivo possibile. Nel frattempo nell’hotel c’erano stati dei cambiamenti e nuove persone che ho avuto modo di conoscere, all’inizio c’era chi non mi andava molto a genio, ci siamo evitati per un po’, ma alla fine siamo diventati quasi fratello e sorella.
Ma di questo ve ne parlerò prossimamente…