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Il cielo è azzurro sopra Berlino
- Luglio 25, 2013
- Pubblicato da: Gestore Roma
- Categoria: Blog Racconti di viaggio
di Francesco Tromba
Il cielo è azzurro sopra Berlino
Nessun italiano appassionato di calcio potrò mai dimenticarsi questa frase pronunciata da Marco Civoli dopo la finale dei Mondiali del 2006 tra Italia e Francia. Ed è con questa frase in testa che parto, volo ed atterro a Berlino da Roma. Appena arrivato sul suolo tedesco sono fiero che i miei beniamini nel 2006 abbiano vinto la Coppa del Mondo in casa dei rivali tedeschi. Poi mi ricordo che anche loro vinsero in casa nostra ad Italia 90 e la mia pomposa fierezza si smorza facendosi più flebile.
Alla scoperta di Berlino
Poi mi vengono in mente lotte culturali e musicali che risalgono all’età barocca quando nel campo della musica erano tedeschi e italiani a dominare la scena. Anche in questo caso l’analisi tra chi è migliore dell’altro si conclude con un sostanziale pareggio, anche se loro avranno un fuoriclasse eterno che si chiama Johann Sebastian Bach che vivrà per sempre. Bando alle invettive, Berlino è lì e mi chiede solo di essere scoperta ed esplorata, ci sono solo cinque giorni e mezzo per farlo. Possono essere pochi o tanti dipende dal tipo di turista che uno è. Le persone che ci sono andate se ne sono innamorate o l’hanno odiata, non esistono mezze misure.
Una città piena di ricordi…
Dopo il primo giorno sono già arrivato ad una conclusione che si può riassumere con le parole di un’amica di mia nonna, insegnante di storia e filosofia al liceo, venuta a mancare qualche mese fa. Lei diceva: Per fare in modo che la storia non si dimentichi bisogna che ci siano delle pietre e delle lapidi commemorative sulle quali scrivere ciò che è accaduto. Berlino sembra aver preso quest’idea direttamente dalle sue parole. Camminando per le strade di Mitte si può facilmente calpestare una Stolperstein (pietra d’inciampo) che porta incisi i dati anagrafici di uno degli ebrei deportati.
…e di storia
La storia di Berlino sta nei suoi palazzi, quelli che ci sono e quelli che non ci sono, nella sua urbanistica, nelle sue strade e nei suoi parchi. È la città che mi ha trasmesso di più di ogni altra la sua storia. Come poteva essere viverci nel secolo scorso; dalla Repubblica di Weimar all’era Nazista, dal dopoguerra alla DDR, dalla caduta del muro al 2000. Per uno che abita a Roma da 6 anni è sicuramente difficile fare quest’affermazione ma Berlino ti attacca frontalmente con la sua storia. Invece Roma è più dolce e ti racconta una storia più antica e meno brutale. Berlino ha fatto di sè stessa un museo a cielo aperto e attraversando i vari quartieri ti racconta le sue storie e le violenze che ha subito.
Monumenti che raccontano il passato
Un monumento molto particolare è la Missing House di Christian Boltanski in Gro e Hamburger Strasse. La casa mancante è un pugno che ti arriva all’improvviso sul naso e ti lascia mezzo stordito sulle ginocchia. L’artista francese ha affisso sulle mura dei due palazzi adiacenti delle targhe con i nomi e le professioni di chi ci abitava. L’assenza del palazzo evoca benissimo l’atmosfera che si poteva respirare in città all’epoca della guerra. Guardando il palazzo di fronte al civico 28-29 si possono vedere ancora le tracce ed i segni dei proiettili e delle schegge delle granate, cicatrici ormai indelebili e che non verranno mai rimodellate e addolcite da un chirurgo estetico per non dimenticare cosa può fare la guerra.
Il museo ebraico e gli ebrei in Germania
La capitale tedesca è disseminata di musei e oltre alla famosa isola che accoglie il Pergamon Museum (impressionante l’idea che gli archeologi tedeschi abbiano riscoperto e trasportato a Berlino un intero Tempio greco che si trovava a Pergamo in Turchia), il Bode, il Neues e l’Altes ne ha molti altri. Il museo ebraico Judisches Museum dell’architetto ebreo Daniel Libeskind è tra questi. Oltre alla collezione permanente che racconta due millenni di storia degli ebrei in Germania, con diversi contributi multimediali, è la stessa struttura ad essere un’opera d’arte. Dall’alto sembra un fulmine ma anche una stella di David destrutturata.
Il periodo della Repubblica Democratica Tedesca
Un pezzo importante della storia di Berlino è sicuramente il periodo della DDR che va dal 1949 al 1989, anno della caduta del Muro di Berlino. Per capire meglio questo periodo consiglio il film Le Vite degli Altri, vincitore di un Oscar. La zona costruita durante il periodo della Repubblica Democratica (cosa aveva di democratico ancora ce lo devono spiegare) è quella che va da Alexanderplatz al quartiere dormitorio di Marzahn. Pensare che esiste anche chi ha nostalgia della DDR è una cosa che non riesco a spiegarmi e i Compagni nostalgici mi risultano una categoria umana incomprensibile come i nostalgici del fascismo e del nazismo.
In bicicletta per le strade di Berlino
Passeggiando in bici per Karl Marx Allee i palazzi grigi e imponenti danno immediatamente una sensazione di angoscia. Il cemento armato è ovunque e l’architettura e l’urbanistica della zona riflette l’ottusità del regime. Non c’è spazio per il colore, per la differenza cromatica si può essere solo grigi o al massimo beige. Venendo dal lato opposto ad Alexanderplatz le Frankfurter Tor sembrano dei fari e danno il benvenuto nella Berlino sovietica, mettendo in chiaro che il regime osserva e controlla il popolo. Dopo mezz’ora in questo paesaggio urbano mi sento costretto, come se i muri si restringessero e una sensazione di ansia mi aggredisce. L’unica cosa di cui sento aver bisogno e andare via da quell’area e risalendo in bici mi dirigo verso Muhlenstrasse, dove c’è una delle parti più lunghe di muro ancora intatte.
I resti del muro di Berlino
L’East Side Gallery è la parte più lunga e sicuramente la più decorata di muro rimasta ed è un monumento protetto. I murales fatti subito dopo la caduta del muro hanno rischiato di essere cancellati ma fortunatamente ci si è resi conto del grande patrimonio storico, artistico ed antropologico che rappresentavano e sono stati richiamati gli stessi autori a restaurarli. L’idea di separare una città con un muro è un’idea assurda figlia della guerra. Ciò che più fa montare la rabbia è pensare a tutti gli esseri umani che sono morti per aver scavalcato il muro o per averci provato.
Un po’ di modernità in mezzo a tanta storia
Arriviamo alla Berlino più moderna e recente. La città ha cercato di darsi un’ aria moderna e sperimentale per quanto riguarda gli edifici costruiti negli ultimi 25 anni. A volte quest’operazione è pienamente riuscita, come nel caso degli edifici del parlamento ed istituzionali intorno al Reichsteig (parlamento tedesco) e con la cupola della stessa struttura ri-costruita dall’architetto Norman Foster; in altri casi ha creato dei palazzi e delle strutture che sembrano essere fuori contesto, oltre che di cattivo gusto.
La Dz Bank e l’Holocaust Mahnmal
Uno degli edifici più particolari è il palazzo della Dz Bank realizzato da Frank Gehry. L’edificio si trova nella piazza antistante la Porta di Brandeburgo ma è dalla parte posteriore che esprime la sua vera bellezza. L’edificio oltre ad essere la sede di una banca è anche una struttura residenziale. Dalla parte di Behrenstra e sembra di trovarsi di fronte ad una sorta di alveare gigante. Ma è la strana alchimia che raccoglie in pochi metri il palazzo della banca, il monumento agli ebrei assassinati in Europa (Holocaust Mahnmal) e il bunker di Hitler (dove ora sorge un parcheggio) ad essere veramente particolare. L’ Holocaust-Mahnmal è una sorta di cimitero monumentale e labirinto urbano. Con le sue stele grigie ti obbliga a pensare a quanto male può arrivare a fare l’uomo, a quanto può trasformarsi in un essere reietto e crudele solo per raggiungere i suoi scopi.
A Berlino anche i lavori in corso diventano musica
Berlino ha tra le altre cose l’aria di essere un cantiere in perenne costruzione, con lavori ovunque e i rumori che ne conseguono. Quando ero adolescente per caso scoprii la musica degli Einsturzende Neubauten un gruppo tedesco, nato a Berlino, che utilizza trapani, martelli pneumatici e diversi rumori urbani ed industriali per fare musica. Solo adesso capisco del tutto la loro idea. I rumori dei lavori sono una costante nella vita di un berlinese, tanto che dopo un po’ possono trasformarsi in musica, in melodia. Certo si tratta sempre di musica aggressiva e casinista, ma è sicuramente un filone interessante.
Una città dove si mischiano le culture
Berlino rimane una città dai molti volti e dalle potenzialità indescrivibili. È una vera capitale europea dove le culture si sono mischiate sul serio e non sono rimaste nello stesso luogo senza mai incontrarsi (come succede a Londra). Per strada puoi incontrare nel giro di 200 metri un imprenditore affermato, un punk di 50 anni con la cresta e borchie ovunque, un barbone e un deputato, un artista e un naziskin. L’impressione è che ognuno abbia il suo posto, il suo spazio sociale per esprimersi e realizzarsi. Certo poi la realtà spesso è diversa ma l’aria che si respira sembra essere questa.
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