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Progetto Spes 2: il punto di vista della Uet Roma
- Giugno 27, 2013
- Pubblicato da: Gestore Roma
- Categoria: Blog Contaminazioni romane Notizie Roma
di Anita De Marzo
La collaborazione di UET – Istituto Europeo per il Turismo con Caritas inizia nel 2010 con la prima edizione del corso per Cameriere e Facchino ai piani.
Gli obiettivi del Progetto Spes 2
Dopo un confronto approfondito con i responsabili Caritas sugli obiettivi generali del progetto, si è proceduto a strutturare un percorso che potesse rispondere al meglio ai profili e alle aspettative dei partecipanti.
Elemento caratterizzante del percorso – come di tutti quelli organizzati da UET – è stata la previsione di un percorso di stage presso strutture alberghiere di rilevanza nazionale ed internazionale.
Un percorso che consentisse di integrare la formazione d’aula con una esperienza sul campo. E che – soprattutto – potesse rappresentare per i partecipanti una opportunità di inserimento lavorativo.
Il ruolo delle UET nel Progetto Spes 2
La UET è da sempre abituata ad interfacciarsi con studenti provenienti da tutti i paesi del mondo. E tale vocazione internazionale è stata indubbiamente utile per accogliere nel modo giusto gli studenti Caritas. Anche se la sensazione che rimane ad ogni fine corso è molto più vicina all’aver preso piuttosto che all’avere dato.
La formazione per Caritas si è svolta prevalentemente per i corsi per Cameriere e Facchino ai piani (di cui ad oggi sono state svolte 5 edizioni), per Front Office junior Manager (3 edizioni) e Cameriere di sala (1 edizione).
Nella maggior parte dei casi le classi sono state composte esclusivamente da studenti Caritas. Ma in alcune occasioni essi sono stati inseriti in classi già formate. In queste ultime esperienze abbiamo riscontrato un altissimo livello di integrazione tra persone che – pur provenendo da esperienze di vita completamente diverse – hanno abbattuto ogni barriera riconoscendosi tutti sotto l’unica definizione di studenti.
Il clima sereno e di accoglienza del Progetto Spes 2 è stato favorito anche dai docenti della scuola che – abituati a confrontarsi con ambienti multiculturali – hanno saputo rivolgersi ai singoli con l’approccio più adeguato. Consapevoli che – provenendo loro da mondi e culture lontani – molti aspetti non potevano essere dati per scontati. Ma richiedevano approfondimenti e attenzioni particolari e lasciando che ognuno potesse esprimersi per le proprie esperienze ed attitudini.
L’attenzione agli studenti più vulnerabili
UET dedica una attenzione particolare agli studenti “vulnerabili” consapevole della grande responsabilità che le viene affidata nel contribuire a costruire un percorso di crescita e integrazione.
Tale partecipazione si è – in alcuni casi – resa concreta attraverso il riconoscimento e l’assegnazione di borse di studio a copertura totale. L’attenzione inizia dal primo momento in cui gli studenti “si siedono sui banchi” con una lezione introduttiva. Che ha come scopo la conoscenza reciproca, la condivisione degli obiettivi formativi e del percorso nella sua interezza.
Tale intervento contribuisce a creare un clima positivo essenziale per lo svolgimento sereno della formazione. Tutto il percorso di organizzazione dello stage segue poi un filone personalizzato e ogni partecipante viene accompagnato al colloquio con le Aziende. Questo precede lo stage, in modo da favorire un clima sereno e di fiducia.
L’attenzione con la quale viene seguito tutto il percorso viene confermata dai dati relativi all’inserimento lavorativo.
I dati fanno riferimento a tutti i partecipanti coinvolti nei progetti di collaborazione con Caritas a partire dal 2010. Pertanto si può spiegare il numero significativo di studenti che non si è riusciti a contattare (numero inesistente o non raggiungibile).
Su un totale di 33 partecipanti, 16 risultano non raggiungibili, 10 lavorano in hotel, 3 lavorano in un altro settore e 3 non lavorano.
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